ANCORA SULLA STRADA DI ZENNA di Vittorio Sereni Perchè quelle piante turbate m'inteneriscono? Forse perchè ridicono che il verde si rinnova a ogni primavera,ma non rifiorisce la gioia? Ma non è questa volta un mio lamento e non è primavera, è un'estate, l'estate dei miei anni. Sotto i miei occhi portata dalla corsa la costa va formandosi immutata da sempre e non la muta il mio rumore né, più fondo, quel repentino vento che la turba e alla prossima svolta, forse finirà. E io potrò per ciò che muta disperarmi portare attorno il capo bruciante di dolore. Ma l'opaca trafila delle cose che là dietro indovino: la carrucola nel pozzo, la spola della teleferica nei boschi, i minimi atti, i poveri strumenti umani avvinti alla catena della necessità, la lenza buttata a vuoto nei secoli, le scarse vite, che all'occhio di chi torna e trova che nulla nulla è veramente mutato si ripetono identiche, quelle agitate braccia che presto ricadranno, quelle inutilmente fresche mani che si tendono a me e il privilegio del moto mi rinfacciano. Dunque pietà per le turbate piante evocate per poco nella spirale del vento che presto da me arretreranno via via salutando salutando. Ed ecco già mutato il mio rumore s'impunta un attimo e poi si sfrena fuori da sonni enormi e un altro paesaggio gira e passa da Gli Strumenti Umani, 1965 Il 27 luglio 1913 nasceva a Luino Vittorio Sereni. E' una delle più importanti voci della nostra poesia moderna. Gli rendo omaggio con anticipo,scegliendo una sua bellissima poesia
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page