È l’illusione
che cantarono i poeti:
un fremito di ali dentro il cielo,
l’innocenza della prima margherita,
lo scorrere dell’acqua in mezzo ai rovi.
L’attimo che pareva imperituro
che ci passò vicino
- carezzandoci il volto.
È l’illusione
che cantarono i poeti:
un fremito di ali dentro il cielo,
l’innocenza della prima margherita,
lo scorrere dell’acqua in mezzo ai rovi.
L’attimo che pareva imperituro
che ci passò vicino
- carezzandoci il volto.
Esistono parole
ove si svuota l'animo nostro intero,
a cui si affida il grigio della valle
nella nebbia, l'empito di passione
o la dolcezza di un amico.
Queste, queste parole percorrono all'intorno
gli orizzonti, se scritte sono eterne,
nel tempo le ritrova l'uomo
che voglia di se stesso narrare.
Così è la melodia, che dalle cetre
è giunta fino a noi e di diverse
vesti si è coperta nel tempo:
diversa – e sempre uguale.
C’È QUEL MODO
C’è quel modo sottile
di esser soli tra gli altri,
anche dopo un abbraccio,
dopo baci e carezze,
quando s’apre una porta
sopra un vuoto infinito
e le cose più amate
son sparite di colpo.
C’è quel subdolo modo
che ti prende d’un tratto
quando ciò che hai vissuto
pare mai essere stato,
e tu pendi da un filo
ma non sai se cadere
sia benevola sorte
o tremenda condanna.
Così segui con gli occhi
taciturne le stelle
ed aspetti soltanto
siano un canto od un grido.
Quella forza nascosta
che scoppia a primavera
é l’assoluto bene
che sta oltre ogni cosa -
al di là di ogni pena
e acceso desiderio,
oltre il pianto e il sorriso
del tuo povero corpo.
Al di là delle guerre,
delle conquiste umane,
è la forza invincibile
che ti creò e ti spegne
e ti dice “io sono”,
al di là di ogni evento
al di là di ogni cosa.
Illusione
È l’illusione
che cantarono i poeti:
un fremito di ali dentro il cielo,
l’innocenza della prima margherita,
lo scorrere dell’acqua in mezzo ai rovi.
E l’attimo che parve imperituro.
Che ci passò vicino
- carezzandoci il volto.
Mi passano davanti / - ingresso di ospedale -/ vite sotto una cuffia,/ schiene dritte o ricurve,/ o piedi trascinati in un'attesa./ Ho tempo di osservarle:/ogni cuffia una vita, e una gioia o un dolore/sepolti in fondo a un corpo/ come spazio perduto./Si diffonde una musica/speranza o desiderio/rimpianto ed abbandono.
Primavera
Primavera con gli occhi velati
timida come un amore taciuto
ti vergogni del fiore che morde
la terra, lo nascondi tra nubi
lo ricopri di pioggia
- insensibile ad ogni richiamo
di voci attristate tu rimandi
ogni giorno il sorriso che esplode.
Ma ben sai che l’attesa ti rende
più bella, come fa la parola
finalmente parlata.
Siederemo a quel tronco ora rude
lo vedremo riaprirsi a carezze,
profumato abbandono.