DISCORSO
ALLA LUNA
Eccoci
qui. Ti trovo bene, sei
piena,
tonda dico, sei tu. Offesa?
Guarda
che è un complimento!
O ben
sai come dalla tua luce
io
non mi smaghi, e questa sera
gareggiano
sul monte sparse le
luci
sul velluto scuro del manto
che
ogni volta più denso trovo.
È
silenzio profondo, forse troppo
Perciò,
ti prego, non guardarmi così
Mi
vuoi parlare di colui che grande
già
ti cantò nei versi insuperati?
Sii
umile, signora, consenti che
al
mio dire smozzicato sia dato
spazio.
Già, non sei democratica, e
dovresti.
Non si usa più essere per
pochi
, in eloquio sublime, lo sapevi?
Sei
troppo in alto per conoscere
smartphone,
tablet, ebook...
Tu da
sempre sei là, sopra i declivi
carezzati
dagli occhi, inafferrabile,
lontana,
e la mattina quando le cicale
ripetono
il frinire agli uccellini,
accendi
il desiderio dell'attesa
Perciò,
ti prego, non guardarmi così
Umile
ancella porto di modeste
parole
i miei unguenti,come schiava
alle
ricche romane. E so che tutto
vedi,
tutto conosci della mia vita.
Sai
l'ansia alla impossibile pienezza,
sai
il volto scuro che mi preme dentro.
Perché
sorridi? Pensi al grande amante
marchigiano?
Sei come bellissima una
donna,
che si vanti d'avere molti cuori
ma
solo al prediletto si conceda.
Lontana,
sei lontana...come la luna!
In te
l'ambiguità, in te l'enigma
Perciò,
ti prego, non guardarmi così
© Giovanna de Luca
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