INFANZIA
Rivedo contorto
l'abbraccio dei rami
nel bosco
sull'Appennino.
Va alla sua fine
l'estate,
ma ancora c'è
caldo,
il pianoro al
ruscello ti invita.
È pieno mattino,
più in là
gli adulti gitanti
alternano
risa e parole.
E sei sola un
momento: le trecce
tirate, le mani
sulle ginocchia nude.
Ascolti.
Il mondo più in
là rassicura, protegge,
ma il mondo ai
tuoi piedi,
di terra e di
erba, ti attrae.
Mille piccole vite
nascoste,
pulsioni a te
ignote, oscure
presenze alla
macchia.
Striscia forse tra
i sassi la vipera?
Ma bianca più in
là la farfalla
gareggia con un
calabrone, e sale
dal folto un volo
improvviso...
Più tardi, coi
grandi, riempirai
di more le ceste,
e di chiare nocciole.
Ora canta il
ruscello, traspaiono
nell'acqua i suoi
sassi: odore di
terra bagnata,
odore di erba bagnata...
E sei come un
foglio non scritto,
le trecce tirate,
le mani sulle ginocchia
nude
© Giovanna de Luca
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