FINE AGOSTO E UNA NOTTE
E allora eccoci qui, un altro anno ancora,
Notte di fine estate.
Il cielo sembra stanco, ha visto troppe cose:
tra il rutilare degli ombelloni e dei colori,
ha visto dietro lo sguardo sgomento e
spalancato di un profugo bambino lo strazio di sua madre.
Il cielo ha visto da lassù, come Pascoli disse,
“quest’atomo opaco del male”. E le notti convulse
e le mattine di invocate speranze e la fame.
Il cielo ha visto e udito e stasera trattiene ogni luce.
A che servono i nostri conti del bene dato e avuto
e il mai riuscito ordine dell’animo impigliato in
rancori e il denaro e il successo e l’essere qualcuno…
E allora eccoci qui, un altro anno ancora, mentre il
cielo senza luna di fine agosto raccoglie gli occhi
che noi non vediamo.
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