TROPPO VASTO
Troppo vasto l'orizzonte.
L'0cchio non lo comprende
in uno sguardo.
Soltanto lo sfioccarsi lento
di una nuvola
qualche scaglia di luce
fra i pini
e il lampo di un'ala
che s'invola.
TROPPO VASTO
Troppo vasto l'orizzonte.
L'0cchio non lo comprende
in uno sguardo.
Soltanto lo sfioccarsi lento
di una nuvola
qualche scaglia di luce
fra i pini
e il lampo di un'ala
che s'invola.
Sto tanto male stasera
che forse vorrei morire.
E mi chiedo se le cose intorno
-la lampada, il tavolo, la sedia-
soffrano la mia stessa solitudine.
Se la materia sia solo agglomerato
senz'anima cui noi demmo forma
oppure lacerto di infinito, scheggia
gettata nel mondo per contenere
nel suo essere utile il vuoto
della nostra angoscia,
gli oggetti cui aggrapparci
per sentirci più saldi.
O beato colui che domande non ha
-e vive !
SERA
Queste nuvole grigie
che coprono il mio cielo
sono l'anima mia distesa.
Cadono immobili i rami delle
piante desolate e perdute
in un tramonto senza sole.
Non c'è voce che possa pronunciare
parola, ormai tutto fu detto e ora
la valle ha chiuso i propri occhi,
non ha colori in questa sera che
ci trova senza più volontà né forza.
Giace sotto il suo manto
la verità nascosta.
MAGGIO, DI POMERIGGIO
Si è alzato un po' di vento sulla valle
rigonfia di verzure e una nuvola bianca
si affaccia tra due rami.
Ancora non è sera, il sole non vuol
perdere la forza mentre l'abete
intona una canzone e rotea le sue
braccia contro il cielo.
Fitti gli fanno eco gli alberi intorno,
scende una frescura che sa di lago
e di montagna.
Essere qui o altrove, dove rocciose
acque zampillano, dove l'onda
rimurmura il suo mantra o dovunque
profumi la terra di primavera,
essere adesso o un tempo, quando
tutto sembrava una promessa, non ha
importanza, mentre abete amato
suoni col vento le perenni note.
ASSEDIO
CHI SEI
NEBBIA
Dorme la valle sotto la tua coltre
ed io voglio chiedere al sonno
di somigliarti : coprimi con ventagli
di piume leggere
portami dove danzano fate e folletti
dove regnano pace ed amore
dove musiche dolci mi guidino.
Danzerò con le fate, congiunte
le mani e le vesti, canterò
sconosciute canzoni.
Vieni nebbia al mio sonno,
ch'io dimentichi
il giorno.