MAGGIO, DI POMERIGGIO
Si è alzato un po' di vento sulla valle
rigonfia di verzure e una nuvola bianca
si affaccia tra due rami.
Ancora non è sera, il sole non vuol
perdere la forza mentre l'abete
intona una canzone e rotea le sue
braccia contro il cielo.
Fitti gli fanno eco gli alberi intorno,
scende una frescura che sa di lago
e di montagna.
Essere qui o altrove, dove rocciose
acque zampillano, dove l'onda
rimurmura il suo mantra o dovunque
profumi la terra di primavera,
essere adesso o un tempo, quando
tutto sembrava una promessa, non ha
importanza, mentre abete amato
suoni col vento le perenni note.
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