venerdì 22 ottobre 2021

 

IMPOTENZA


Si sedette al computer.

Uno strano formicolio la percorreva da tutto il giorno. Sapeva cosa ciò significava: doveva scrivere.

Di solito quella strana sensazione precedeva una poesia, o un racconto, che poi avrebbe scritto. Ma ultimamente si accavallavano nella sua mente incipit, storie, espressioni o versi, vicende immaginate nell’attesa del sonno. Ed ognuna le pareva degna di essere esplicitata, di diventare sostanza sulla carta. Personaggi immaginati, inesistenti, che diventassero carne. Domani, si ripeteva , domani scriverò. E se durante il giorno uno squarcio di cielo la attirava, domani, si diceva, domani ne farò dei versi.

Da un po’ di tempo , quel domani rimaneva vuoto. Le sembrava di trovarsi ad un incrocio dove molte strade convergevano, ed occorreva sceglierne una e percorrerla. Ma non ci riusciva. La turbavano tempi ancora recenti in cui pensare e fare erano facili, colmi di soddisfazione, ben

diversi dall’attuale incertezza.

Guardava la tastiera, che le appariva in inutile attesa. Spesso ormai mentre si arrovellava su versi o prose le irrompevano nella mente immagini della vita passata, vicende personali vissute o sofferte che annullavano ogni ispirazione e le ponevano con insistenza la ricerca del senso della sua vita. Come la corsa degli anni si inalberava contro l’incapacità di una ,anche modesta, “creazione”? Era inevitabile, fatale?

Così anche quella sera. Ed era notte fatta, bisognava dormire.

GdL


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