giovedì 24 agosto 2017

Una splendida poesia dell'amico Paolo Santarone

FENICIA FELIX
Forse perché più sola
più segreta e fuggita
più remota
da un’isola quasi ognuna è partita
delle vite che fanno la mia vita
Ogni isola è un ventre della terra
ovaio di segreti e di ritorni
nicchia e promessa
che lontana ancora è la morte dei sogni
e non ancora spento lo sperare
E quando già credevo
il mio gioco finito
e cieco
ogni clandestino sorriso
(e mille volte già io sono morto
e mille volte rinato)
la fiamma ha dato un guizzo di bagliore
splendore di crepuscolo
S’è fatto
allora
il cielo
rosso come l’ibisco
spalancato
della sua moritura grandezza
Così accade a molte cose
e cielo e fiore e sole e vino
cose assolute
e perfette
solo all’incipit del declino
L’attimo eterno è fermo
come un’ala che plana
ebrietà di paure entusiasmanti
brivido del maestrale sulla pelle
appena fuor dall’acqua
Poi
in cielo cominciano le stelle


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