Una splendida poesia dell'amico Paolo Santarone
FENICIA FELIX
Forse
perché più sola
più segreta e fuggita
più remota
da un’isola quasi ognuna è partita
delle vite che fanno la mia vita
più segreta e fuggita
più remota
da un’isola quasi ognuna è partita
delle vite che fanno la mia vita
Ogni
isola è un ventre della terra
ovaio di segreti e di ritorni
nicchia e promessa
che lontana ancora è la morte dei sogni
e non ancora spento lo sperare
ovaio di segreti e di ritorni
nicchia e promessa
che lontana ancora è la morte dei sogni
e non ancora spento lo sperare
E
quando già credevo
il mio gioco finito
e cieco
ogni clandestino sorriso
(e mille volte già io sono morto
e mille volte rinato)
la fiamma ha dato un guizzo di bagliore
splendore di crepuscolo
il mio gioco finito
e cieco
ogni clandestino sorriso
(e mille volte già io sono morto
e mille volte rinato)
la fiamma ha dato un guizzo di bagliore
splendore di crepuscolo
S’è
fatto
allora
il cielo
rosso come l’ibisco
spalancato
della sua moritura grandezza
allora
il cielo
rosso come l’ibisco
spalancato
della sua moritura grandezza
Così
accade a molte cose
e cielo e fiore e sole e vino
cose assolute
e perfette
solo all’incipit del declino
e cielo e fiore e sole e vino
cose assolute
e perfette
solo all’incipit del declino
L’attimo
eterno è fermo
come un’ala che plana
ebrietà di paure entusiasmanti
brivido del maestrale sulla pelle
appena fuor dall’acqua
come un’ala che plana
ebrietà di paure entusiasmanti
brivido del maestrale sulla pelle
appena fuor dall’acqua
Poi
in cielo cominciano le stelle
in cielo cominciano le stelle
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