Letteratura

martedì 5 giugno 2018


GABBIANI

Basso ai vetri un intreccio di ali - i gabbiani -
al battello che attracca.
Fu, prima, la lingua di terra osservata
profilarsi di lenti colori, ora questo sussulto
mi scuote come assedio improvviso.
Le ali bianche vicine, l'aperto buttarsi
di croce risalente di botto in traiettorie
oscure, le ali sfiorate, l'occhio fisso alla preda,
poi l'urto evitato sul vetro.
Resto immobile come io fossi la preda,
l'oggetto ignaro ed ottuso di sconosciute
ragioni - i gabbiani - messaggeri inquietanti.
E all'attracco l'omologato scenario,
chincaglierie variopinte, mi trova
svuotata, tra masse vacanziere qui
-o altrove - a cercare qualche ora di oblio.
La conca più verde, il fiore più bello, il
mare più azzurro non mi sa cancellare
tondo lo sguardo su di me del gabbiano.

Paolo Santarone

i fa)
a me
E' molto bella. Mi pare che tu abbia lavorato molto sulla lingua (absit iniuria verbis). E' una ricercatezza che si nota e si apprezza. Tra l'altro era difficile scansare , anzi sormontare, gli echi montalian
Complimenti







i
© GdL

postato da Giovanna de Luca @ 14:59   0 Commenti

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