GABBIANI
Basso
ai vetri un intreccio di ali - i gabbiani -
al
battello che attracca.
Fu,
prima, la lingua di terra osservata
profilarsi
di lenti colori, ora questo sussulto
mi
scuote come assedio improvviso.
Le ali
bianche vicine, l'aperto buttarsi
di
croce risalente di botto in traiettorie
oscure,
le ali sfiorate, l'occhio fisso alla preda,
poi
l'urto evitato sul vetro.
Resto
immobile come io fossi la preda,
l'oggetto
ignaro ed ottuso di sconosciute
ragioni
- i gabbiani - messaggeri inquietanti.
E
all'attracco l'omologato scenario,
chincaglierie
variopinte, mi trova
svuotata,
tra masse vacanziere qui
-o
altrove - a cercare qualche ora di oblio.
La
conca più verde, il fiore più bello, il
mare
più azzurro non mi sa cancellare
tondo
lo sguardo su di me del gabbiano.
Complimenti
i
|
©
GdL
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