Scrivo qui il commento di Maria Grazia Ferraris ai miei QUINDICI RACCONTI, con un vivo grazie e auguri di Buon Anno
" Questo è il titolo,
volutamente minimalista, riduttivo, col quale G. De Luca dà
alle
stampe i suoi racconti. Ed ha le sue ragioni: un titolo descrivo o propositivo, unificante, avrebbe
deviato l’attenzione del lettore dalla pluralità delle sue proposte narrative per focalizzarla su una
unica linea tematica, sminuendone la ricchezza.
Infatti i racconti spaziano su numerose, ampie tematiche che dimostrano i vasti interessi umani,
sociali e letterari dell’autrice.
Ci sono novelle (Il cavallo, Rosso come il sangue, La fermata) che si attengono a tematiche
storiche, senza perdere di vista l’umanità ed anche la fragilità dei protagonisti che vivono tempi
impietosi e luttuosi. Si addentra quindi nelle problematiche umane e sociali della nostra debole
egoista quotidianità, incerta e incapace spesso di scelte generose, mettendone a nudo incertezze,
meschinità ed ipocrisie, sobria e realista, senza giudizi moralistici, ma accogliendole generosamente
nella sua ampia comprensiva umanità ( La decisione, Mondial hotel, Come acqua di torrente, Il
pomeriggio)
Il suo realismo è lucido, coraggioso, asciutto, le capacità analitiche decisamente ben calibrate sulle
inquietudini dei personaggi e nella diversificazione dei punti di vista (Sera di venerdì, La curva dei
binari, La passeggiata). I paesaggi sono quelli tipicamente lombardi dove G.dL ambienta con
precisione e condivisione le sue storie: “.. la luna, bianca nel cielo chiaro del mattino, lo guardava.
Era piena, trasparente, ed immensa. Ancora luminosa nonostante fosse sorto il sole, gareggiava con
il cielo sereno, ripulito dalla pioggia.. (p.72) ” o “…appena ai margini del centro storico, la città
appariva deserta. Le luci natalizie davano un aspetto surreale alle grigie facciate. Luccicava la
pavimentazione di rosse pietre, una bicicletta malamente appoggiata a un portone pareva desolata
senza il suo ciclista. Guardò in alto…” (p.115)
Molto interessante anche le novelle in cui G.dL ci svela il suo laboratorio linguistico-narrativo che
prende in carico la sperimentazione letteraria. Una ricerca consapevole di cui già nell’esergo aveva
dato conto: “Sono stata tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio l’ho tolta”
scrive, citando O. Wilde.
Di questo interesse abbiamo prova nella novella La sparizione, che assume tonalità oniriche e Sala
d’attesa, dove il suo sguardo attento e la sua attenzione indagante si spostano sui vari personaggi,
ciascuno fermo, silenzioso, in attesa di non si sa che cosa…, che celano mondi sconosciuti, forse
doloranti, dubbiosi e coraggiosi.
In Ipotesi di un racconto, prendendo spunto da una situazione evocata da un quadro di E. Hopperuna
donna sola su un treno- si chiede dove va, o da dove viene…- immaginando ben 4 diverse
situazioni che spaziano da una rottura di condivisioni con allontanamento definitivo a una
esplorazione controvoglia di una nuova casa di cui la protagonista non sente il bisogno, a un
incontro di affari “interessato”che dovrà contestare una eredità che si credeva certa, fino al ritorno
a casa dall’ospedale di una donna definitivamente segnata che sa che dovrà affrontare situazioni e
affetti dolorosi e laceranti.. .Anche l’ultimo racconto, Scrivere, si pone in questa linea, si misura col
quotidiano che può nascondere momenti inattesi, ansie, l’imprevisto al quale anche i piccoli devono
far fronte per sapersi abituare alla vita. E lo scrittore consapevole cede la sua parola a dominare il
confuso vivere dei protagonisti, che spesso potrebbero essere letti ed elegantemente celati, anche in
chiave biografica.
Di notevole forza i finali delle novelle, mai banali, ovvii, scontati, vagamente ironici. Sicuri.
Dimostrano padronanza dei mezzi narrativi e consapevolezza dell’equilibrio anche estetico che la
scrittura esige".
stampe i suoi racconti. Ed ha le sue ragioni: un titolo descrivo o propositivo, unificante, avrebbe
deviato l’attenzione del lettore dalla pluralità delle sue proposte narrative per focalizzarla su una
unica linea tematica, sminuendone la ricchezza.
Infatti i racconti spaziano su numerose, ampie tematiche che dimostrano i vasti interessi umani,
sociali e letterari dell’autrice.
Ci sono novelle (Il cavallo, Rosso come il sangue, La fermata) che si attengono a tematiche
storiche, senza perdere di vista l’umanità ed anche la fragilità dei protagonisti che vivono tempi
impietosi e luttuosi. Si addentra quindi nelle problematiche umane e sociali della nostra debole
egoista quotidianità, incerta e incapace spesso di scelte generose, mettendone a nudo incertezze,
meschinità ed ipocrisie, sobria e realista, senza giudizi moralistici, ma accogliendole generosamente
nella sua ampia comprensiva umanità ( La decisione, Mondial hotel, Come acqua di torrente, Il
pomeriggio)
Il suo realismo è lucido, coraggioso, asciutto, le capacità analitiche decisamente ben calibrate sulle
inquietudini dei personaggi e nella diversificazione dei punti di vista (Sera di venerdì, La curva dei
binari, La passeggiata). I paesaggi sono quelli tipicamente lombardi dove G.dL ambienta con
precisione e condivisione le sue storie: “.. la luna, bianca nel cielo chiaro del mattino, lo guardava.
Era piena, trasparente, ed immensa. Ancora luminosa nonostante fosse sorto il sole, gareggiava con
il cielo sereno, ripulito dalla pioggia.. (p.72) ” o “…appena ai margini del centro storico, la città
appariva deserta. Le luci natalizie davano un aspetto surreale alle grigie facciate. Luccicava la
pavimentazione di rosse pietre, una bicicletta malamente appoggiata a un portone pareva desolata
senza il suo ciclista. Guardò in alto…” (p.115)
Molto interessante anche le novelle in cui G.dL ci svela il suo laboratorio linguistico-narrativo che
prende in carico la sperimentazione letteraria. Una ricerca consapevole di cui già nell’esergo aveva
dato conto: “Sono stata tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio l’ho tolta”
scrive, citando O. Wilde.
Di questo interesse abbiamo prova nella novella La sparizione, che assume tonalità oniriche e Sala
d’attesa, dove il suo sguardo attento e la sua attenzione indagante si spostano sui vari personaggi,
ciascuno fermo, silenzioso, in attesa di non si sa che cosa…, che celano mondi sconosciuti, forse
doloranti, dubbiosi e coraggiosi.
In Ipotesi di un racconto, prendendo spunto da una situazione evocata da un quadro di E. Hopperuna
donna sola su un treno- si chiede dove va, o da dove viene…- immaginando ben 4 diverse
situazioni che spaziano da una rottura di condivisioni con allontanamento definitivo a una
esplorazione controvoglia di una nuova casa di cui la protagonista non sente il bisogno, a un
incontro di affari “interessato”che dovrà contestare una eredità che si credeva certa, fino al ritorno
a casa dall’ospedale di una donna definitivamente segnata che sa che dovrà affrontare situazioni e
affetti dolorosi e laceranti.. .Anche l’ultimo racconto, Scrivere, si pone in questa linea, si misura col
quotidiano che può nascondere momenti inattesi, ansie, l’imprevisto al quale anche i piccoli devono
far fronte per sapersi abituare alla vita. E lo scrittore consapevole cede la sua parola a dominare il
confuso vivere dei protagonisti, che spesso potrebbero essere letti ed elegantemente celati, anche in
chiave biografica.
Di notevole forza i finali delle novelle, mai banali, ovvii, scontati, vagamente ironici. Sicuri.
Dimostrano padronanza dei mezzi narrativi e consapevolezza dell’equilibrio anche estetico che la
scrittura esige".
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