Sedeva un uomo un giorno in cima a un colle e nel silenzio
contemplava ampia la natura ai suoi piedi.
Tutta ondulata e ricca di colori, di profumi attraenti
- e all’improvviso cupa di nuvole e di pioggia ventosa.
Poi di nuovo serena, illuminata dal sole e dalla luna.
E quante le sue forme, aguzze e piane, di montagne e mari.
Rivide la sua vita: gli anni dei pensieri audaci e del coraggio,
poi le dure sconfitte, i più amari risvegli dopo i sogni.
Adesso tra le mani sentiva come possa il mutamento
essere l’unica cosa che non muta, dal bene al male ,
dalla gioia al dolore ogni cosa sparisce e poi ritorna.
Dove le radici? La vita vera era quella vissuta o forse
altrove stava essa salda , immutabile e piena?
Lo sgomento lo prese: se ogni forma fosse sparita
e all’improvviso una coltre stesa da una mano
tutto avesse coperto, e morto il tempo …
Così rimase a lungo su quel colle , nei sui chiusi pensieri.
Poi venne un uccellino a cinguettare, gli disse:
“Non pensare, godi di me soltanto”.
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