mercoledì 27 dicembre 2017

NOTTURNO

Adesso che la nebbia si è accampata
fino al soffocamento,
fino al tentato varco alla finestra -
adesso che la notte procede a silenziosi
passi dentro il buio e si spalanca in me
di mille volti il fiume,  vi cerco ogni profilo
e più mi affanna il pensiero di chi
ho dimenticato, le voci che intrecciai
che non ricordo, il loro perdersi
in questa nebbia di dicembre.
Eppur con essi intrattenni parole,
forse d'amore o forse di litigio,
e fu comunque vita:
e di loro un'impronta mi è rimasta
che non so, che non vedo, mentre
mi sforzo nella ovattata opaca ora notturna
di ricordarli, come lo smarrito alza
lo sguardo al fioco dei lampioni.

© G.d.L.





sabato 23 dicembre 2017

BIANCHEGGIA


Biancheggia al vetro in lontananza un prato,
tra residui di neve e velature,
chiaroscuri ed intrecci inariditi.
Ormai l'inverno ne ha incrostata l'erba,
rattrappita e informe,come la vidi
un giorno , ed era prima di Natale.
Avevo freddo,il peso dei miei giorni
e volti e voci ed il moto nel mondo
variegato di carità e peccato,
di infinite miserie e di riscatti.
Poi vidi aprirsi a un angolo di strada
un accenno di verde, intimidito.
Proveniva dal fondo della terra:
era  speranza, desiderio
- e Salvezza.
© G.d.L.


martedì 19 dicembre 2017

Questi spruzzi di neve,
alla finestra,
chiazzano chiari e scuro sopra i tetti.
Colgo una vita altra,di natura,
e le auto percorrono veloci le
nostre strade,succhiate sull'asfalto
dal tempo fervoroso del Natale.
Incalzano le date come l'onda
che appare sempre uguale
al bagnasciuga, e lampeggia
il barbaglio di un momento,
lo sguardo che lo fissa e lo
vorrebbe fermo, per sempre.
E non so nulla, se non questo
vedere fermo e distante, che
ha lasciato al suo tempo anche
il sognare
.
(c) G.d.L.

giovedì 14 dicembre 2017

Poesia di Antonia Pozzi
Notturno invernale 
Così lieve è il tuo passo, fanciullo,
che quasi non t’odo,
dietro me, sul sentiero.
E così pura è l’ora, così puro
il lume delle grandi stelle
nel cielo viola
che l’anima schiarisce
dentro la notte
come i tetri pini che albeggiano
nel biancore della neve.
Un alto sonno tiene la foresta
ed i monti
e tutta la terra.
Come una grazia cade
dal cielo il silenzio.
Ed io ti sento l’anima battere,
dietro il silenzio,
come un filo vivo di acque
dietro un velo di ghiaccio 
e il cuore mi trema,
come trema il viandante
quando il vento gli porta
attraverso la notte
l’eco d’un altro passo
che segue il suo cammino.
Fanciullo, fanciullo,
sopra il mio cammino,
che va per una landa senza ombre,
sono i tuoi puri occhi
due miracolose corolle
sbocciate a lavarmi lo sguardo.
Fanciullo, noi siamo
in quest’ora divina
due rondini che s’incrociano
nell’infinito cielo,
prima di mettersi in rotta
per plaghe remote.
E domani saremo soli
col nostro cuore
verso il nostro destino.
Ma ancora, nel profondo, tremerà
il palpito lontano delle ali sorelle
e si convertirà
in nuova ansia di volo.
Gennaio 1931

martedì 12 dicembre 2017

E TU
E tu, Bellezza, che vai oltre il corpo,
che sei madre divina eppur crudele,
punto d'arrivo e tensione dei cuori,
tu ,Bellezza,variegata ti mostri
nelle forme molteplici del mondo:
lampeggi in uno sguardo o in un sorriso,
in una breve forma in chiaro-scuro,
nell'abbandono di un sentir struggente
o anche soltanto in un abbraccio amico.
E nell'Amore più che in ogni cosa.
Ma sei sfuggente come una regina
che non consente ai sudditi nient'altro
se non l'inchino – e il desiderio.

© G. d.L.

                                                           
                                              AUGURI!



                     

domenica 10 dicembre 2017

"Onde evitare malintesi: tendo ad avere alti e bassi nelle mie corrispondenze, e il fatto che da qualche giorno sono un po' conciso, o taciturno, non ha alcun significato recondito. Ho apprezzato i tuoi commenti (e rimando il momento per dire la mia sugli argomenti oggetto dei nostri recenti scambi) e sono apertissimo al fatto che qualcosa di mio può piacere, non piacere o semplicemente piacere meno."
Ciao amica mia, ci sentiamo presto

sabato 9 dicembre 2017


Sarà di nuovo Natale – e un anno nuovo –
se la sorte vorrà.
Sarà di nuovo un giorno
dove si alza una speranza
indefinita, vaga, come talvolta
ai vetri fa la brina disegnando
le sue strade improbabili.
S'ostinano i pensieri nel seguirle,
cercano nelle volute bianche
brandelli di passato
e di futuro

                                                        (c) G.d.L.

mercoledì 6 dicembre 2017

Quando raccolsi quel fiore - la solitudine - 
capii che niente più contava, ormai.
Nato da mille cellule di vita
sorto da mille incontri 
ergeva la corolla, alto, nel sole
                                                       (c)  G.d.L.

martedì 5 dicembre 2017



Amai l'inverno, ed il bozzolo denso
degli affetti
e il passero affamato alla finestra,
richiamo di parole e di sorrisi.
Perdurava il ricordo dell'estate,
dei tramonti sfumati dell'autunno.

Amai l'inverno, e le distese braccia
dei rifugi
e la neve che rintoccava i fiocchi
al pulsare del cuore

© G.d.L.


venerdì 1 dicembre 2017

Quanti giochi giocammo,
in tanti anni?
Li cerco e trovo solo bianchi
fogli, lettere di un annacquato
sentimento: punto e virgola, a capo,
e poi che cosa?
Forse è quella parola che
mi sfugge, quella che
non riesco a decifrare,
la parola salvifica
il lancio di un amore
-dentro il tempo


© G.d.L.