DICIANNOVE
AGOSTO DUEMILADICIOTTO
Si sono
già accorciate le giornate,
e le
piccole foglie di un vasetto reclinano
il
tondeggiante cuore come fa il bimbo
il capo
sulla spalla materna.
Non è
una sera di trionfi, questa,
che
conduce l'agosto al suo finire,
stanco
di sangue e di sventure.
Qui,
dove misuro il quotidiano vivere
sul
cielo e sulla valle ,grava un silenzio
di
parole svuotate, un amaro rinchiudersi
di
luce , che il lampione si sforza di aumentare.
Ad una
ad una osservo le corolle sfiancate
dalle
prime fioriture, e il gelsomino protende
spezzato
un ramo, che non ha più patria.
Ed è
questo silenzio sempre più avido di nulla
a
ingigantirsi , a riempire gli spazi, ad annullare
financo
i desideri fino a ieri bellicosi ed indomiti.
Tu sei
lassù, perfino tu a metà , incompiuta.
Cade la
luce tua sulla tastiera, disegno con il dito
contro
il buio il mezzo volto amato
GdL
o
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