Alcune
ipotesi sul caso K (primo tentativo)
Gioco a cercar di capirti
e di capire
perché mi dà così
piacere
questa mezz’ora
mattutina
tipo di cose che facevo un
tempo
e credevo scordate
Chiacchiere un po’
sbadate
aggiornamenti sugli umori…
Il piacere d’un rifugio
Di te so molto e nulla
so le cose che dici
ma soltanto indovino
quello che tieni celato:
Te
Una signora con la villa
al Forte
(io odio la gente tipo
Forte!)
una ragazza un tempo un
po’ viziata
spiazzata dalla morte
e la fine di un mondo
di leggerezza e di affetti
quando l’Eden è mutato
in campo di battaglia e di
fatica
Questo un po’ lo
racconti
quasi a spiegare ogni cosa
La confidenza mi onora
eppure… eppure ancora
penso di saper poco
Non conosco gli amori e le
speranze
né le storie di cui sei
fatta
storie che forse sanno
ancora
d’adolescenza e di
provincia
Un cane e una bambina
sono le discordanze
misteri del tuo cuore
La pasta di cui sei fatta
E poi c’è il tuo pudore
il tuo imbarazzo se ti
trovo in pianto
la tua serenità troppo
asserita
(come se potesse esser
serena, la vita)
Non so com’è stata
finora
la tua vicenda d’amore
Non so se hai mai usato
degli uomini
né se mai t’hanno usata
E non so quali cose ti
toccano dentro profonde
una chiesa romanica
il paesaggio delle rias
il canto d’un uccello
Non so se ti piace la
storia
o se sei solita pregare
Quali vie hai scelto
per diventare grande e
quali gusti
Ti riempiresti di Mozart
per una sera intera
lasciandoti portare
in un nirvana d’ebrezza?
Non so se tu ami viaggiare
esplorare le cose e la
vita
di questo piccolo mondo
non so se sei pronta a
cercare la perla
là sotto là in basso
o se fuggi impaurita
al primo apparir del
diverso
Non so se tu ami viaggiare
e se sogni i miei sogni
fuggire forse
in qualche posto lontano
povero e con tanto mare
(so però che non sogni
il mio sogno di morire)
Non conosco i tuoi vizi
e come posso dunque
pensare di conoscerti?
Né conosco le tue
letture.
E non conosco la tua casa
i tuoi quadri preferiti
non conosco la tua stanza
non conosco i tuoi miti
Conosco una bella signora
gentile
che la mattina m’aspetta
per avviare la giornata
con un caffè e qualche
sigaretta
Conosco il tuo humor
spontaneo
scherzosamente pungente
e qualcosa mi par d’aver
capito
del “campo di battaglia
e di fatica”
Conosco la lieve mia pena
di saper così poco
del tuo orgoglio e della
tua solitudine
come se certe porte
fossero senza più chiave
Cerco di scardinarle
dicendoti di me stesso
e s’io sapessi chi sono
e come dirti di me
certo avrei più successo
Ma il mio lavoro di spia
passo passo continua
e così la garbata fatica
di seduttore old fashion
Per questo, io credo, mi
chiedi
se queste parole che
scrivo saranno d’amore
Sì forse lo sono
Ma non so quale tipo
d’amore
Amore è dividere un sogno
Amore è essere uni
Amore è varcare una
soglia
per qualche ora o per
sempre
Ma amore
è anche un segreto
spartito
uno un rapido sguardo
d’intesa
e tanta fiducia nell’altro
da porgerci disarmati
Oppure ancora altre cose
che lungo sarebbe narrare
Amore è magia e preghiera
Amore è voce di Dio
E noi? E tu? Ed io?
Non so se un amore è
possibile
(eh già
c’è anche la faccenda
dell’età!)
Non so se la molla per te
è poca o tanta amicizia e
simpatia
e il resto è una storia
che è nata
soltanto
dalla mia zucca barocca
So solo per ora che vorrei
tanto
(non so come né quando)
conoscere il sapore della
tua bocca.
La Semada, 17 luglio
2006
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