mercoledì 18 luglio 2018


Alcune ipotesi sul caso K (primo tentativo)


Gioco a cercar di capirti
e di capire
perché mi dà così piacere
questa mezz’ora mattutina

tipo di cose che facevo un tempo
e credevo scordate
Chiacchiere un po’ sbadate
aggiornamenti sugli umori…

Il piacere d’un rifugio

Di te so molto e nulla
so le cose che dici
ma soltanto indovino
quello che tieni celato:
Te

Una signora con la villa al Forte
(io odio la gente tipo Forte!)
una ragazza un tempo un po’ viziata
spiazzata dalla morte

e la fine di un mondo
di leggerezza e di affetti
quando l’Eden è mutato
in campo di battaglia e di fatica

Questo un po’ lo racconti
quasi a spiegare ogni cosa
La confidenza mi onora
eppure… eppure ancora
penso di saper poco

Non conosco gli amori e le speranze
né le storie di cui sei fatta
storie che forse sanno ancora
d’adolescenza e di provincia

Un cane e una bambina
sono le discordanze
misteri del tuo cuore
La pasta di cui sei fatta

E poi c’è il tuo pudore
il tuo imbarazzo se ti trovo in pianto
la tua serenità troppo asserita
(come se potesse esser serena, la vita)




Non so com’è stata finora
la tua vicenda d’amore
Non so se hai mai usato degli uomini
né se mai t’hanno usata

E non so quali cose ti toccano dentro profonde
una chiesa romanica
il paesaggio delle rias
il canto d’un uccello

Non so se ti piace la storia
o se sei solita pregare
Quali vie hai scelto
per diventare grande e quali gusti

Ti riempiresti di Mozart
per una sera intera
lasciandoti portare
in un nirvana d’ebrezza?

Non so se tu ami viaggiare
esplorare le cose e la vita
di questo piccolo mondo
non so se sei pronta a cercare la perla
là sotto là in basso
o se fuggi impaurita
al primo apparir del diverso

Non so se tu ami viaggiare
e se sogni i miei sogni
fuggire forse
in qualche posto lontano
povero e con tanto mare
(so però che non sogni
il mio sogno di morire)

Non conosco i tuoi vizi
e come posso dunque
pensare di conoscerti?
Né conosco le tue letture.

E non conosco la tua casa
i tuoi quadri preferiti
non conosco la tua stanza
non conosco i tuoi miti

Conosco una bella signora gentile
che la mattina m’aspetta
per avviare la giornata
con un caffè e qualche sigaretta

Conosco il tuo humor spontaneo
scherzosamente pungente
e qualcosa mi par d’aver capito
del “campo di battaglia e di fatica”

Conosco la lieve mia pena
di saper così poco
del tuo orgoglio e della tua solitudine
come se certe porte fossero senza più chiave

Cerco di scardinarle dicendoti di me stesso
e s’io sapessi chi sono
e come dirti di me
certo avrei più successo

Ma il mio lavoro di spia
passo passo continua
e così la garbata fatica
di seduttore old fashion

Per questo, io credo, mi chiedi
se queste parole che scrivo saranno d’amore
Sì forse lo sono
Ma non so quale tipo d’amore

Amore è dividere un sogno
Amore è essere uni
Amore è varcare una soglia
per qualche ora o per sempre

Ma amore
è anche un segreto spartito
uno un rapido sguardo d’intesa
e tanta fiducia nell’altro
da porgerci disarmati

Oppure ancora altre cose
che lungo sarebbe narrare
Amore è magia e preghiera
Amore è voce di Dio

E noi? E tu? Ed io?
Non so se un amore è possibile
(eh già
c’è anche la faccenda dell’età!)

Non so se la molla per te
è poca o tanta amicizia e simpatia
e il resto è una storia che è nata
soltanto
dalla mia zucca barocca

So solo per ora che vorrei tanto
(non so come né quando)
conoscere il sapore della tua bocca. La Semada, 17 luglio 2006

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