venerdì 27 marzo 2020


LUCI DI NOTTE

Silenziosa, nel buio della notte,
apre la terra i suoi nuovi virgulti.
Rare luci,qua e là,
presiedono all'evento
- levatrici di nuova primavera
© GdL
27 marzo 2020

martedì 24 marzo 2020


RIFLESSIONE

Nessun evento mai, nei settantacinque anni che ci separano dalla fine della seconda guerra mondiale, ci ha come questa pandemia messo di fronte all'interrogativo sul senso della vita.//
Eppure ne sono successe di tragedie nel mondo, tra guerre , terremoti, alluvioni e quant'altro. A volte abbiamo temuto di essere in qualche modo coinvolti o danneggiati (e penso soprattutto al Medio Oriente) da vicende che però, tutto sommato, non toccavano il nostro quotidiano.
Abituati da lustri ad un benessere prima guadagnato con fatica, poi goduto anche oltremisura, mai ci siamo sentiti così minacciati.
Le guerre si sa hanno fatto procedere la storia, ce ne sono di endemiche ma a casa degli altri e noi Occidente, noi Europa, noi Italia da tempo godiamo di una sostanziale pace. Si è molto ripetuto in questi giorni che la lotta contro il virus è così terribile perché abbiamo di fronte un nemico senza volto, che non conosciamo, ed è vero. E proprio per questo io penso che l'attuale pandemia ponga domande o, paradossalmente, riveli risposte.
La prima domanda, e mi ripeto, è sul senso della vita. Come è gratificante leggere Leopardi, uno per tutti, e sentirsi vicini a lui, alla sua natura matrigna, senza sapere che in fondo andiamo solo facendo un'operazione letteraria ! Non parlo, si capisce, del valore poetico e della grandezza del mio caro poeta, parlo di quel godimento sottile che si prova leggendo autori totalmente pessimisti o sventurati , di cui pensiamo essere fratelli.
Altra cosa è avere, qui ed ora, centinaia di morti al giorno; pensare a chi viene portato via in ambulanza per poi morire solo e, non so se cosciente, disperato; vedere con sgomento la lunga processione di carri recanti i morti fuori città. Davvero solo il Manzoni ha saputo nei Promessi Sposi farci sentire l'”attualità” di questi eventi.
Allora quale il senso di cui sopra, quando un'entità minima, invisibile, può tenere in pugno l'umanità e anche distruggerla, con tutto ciò che essa ha costruito? Le risposte possibili sono due:
la vita non ha senso e noi siamo meno di niente. Oppure: il senso della vita è appeso sulla Croce.
Tertium non datur.
Per concludere questa mia breve e personale riflessione, l'attuale pandemia ci obbliga a una scelta. Comunque dolorosa, perché non dimenticheremo la bambina vietcong, il piccolo riverso sulla spiaggia, il silenzioso procedere dei carri nella notte.
Giovanna de Luca



domenica 22 marzo 2020




PANDEMIA


E quando tutto poi sarà finito
quel giorno scriverò una poesia.
Così bella sarà, così totale
che niente potrà essere più, dopo:
sarà un canto d'amore e di dolore
sarà una disperata melodia.

Noi la conserveremo come fiamma
come perla racchiusa tra le mani
forte e tenace come una speranza
che mai nessuno porterà più via

Quel giorno scriverò una poesia
- e te ne farò dono
© GdL

22 marzo 2020

martedì 17 marzo 2020



MIE BETULLE
Mie betulle dai rami spogliati
e tu, più vicina, nei tronchi
recisa .
Fu per farti più bella, più sana.
Ma io oggi che il cuore si
stringe
a mirare la nuova primavera
nei cupi giorni di paura e di morte
non ho le parole di sempre.
Eppur tu, perdute le fronde,
da lontano
mi mostri una luce,
ed è il lago che vedo più ampio,
ed è il monte rosato là in fondo.
La natura ha più pura la voce,
ci consola.
Ed io t'amo, mio caro conforto
(c) GdL