RIFLESSIONE
Nessun
evento mai, nei settantacinque anni che ci separano dalla fine della
seconda guerra mondiale, ci ha come questa pandemia messo di fronte
all'interrogativo sul senso della vita.//
Eppure
ne sono successe di tragedie nel mondo, tra guerre , terremoti,
alluvioni e quant'altro. A volte abbiamo temuto di essere in qualche
modo coinvolti o danneggiati (e penso soprattutto al Medio Oriente)
da vicende che però, tutto sommato, non toccavano il nostro
quotidiano.
Abituati
da lustri ad un benessere prima guadagnato con fatica, poi goduto
anche oltremisura, mai ci siamo sentiti così minacciati.
Le
guerre si sa hanno fatto procedere la storia, ce ne sono di
endemiche ma a casa degli altri e noi Occidente, noi Europa, noi
Italia da tempo godiamo di una sostanziale pace. Si è molto
ripetuto in questi giorni che la lotta contro il virus è così
terribile perché abbiamo di fronte un nemico senza volto, che non
conosciamo, ed è vero. E proprio per questo io penso che l'attuale
pandemia ponga domande o, paradossalmente, riveli risposte.
La
prima domanda, e mi ripeto, è sul senso della vita. Come è
gratificante leggere Leopardi, uno per tutti, e sentirsi vicini a
lui, alla sua natura matrigna, senza sapere che in fondo andiamo
solo facendo un'operazione letteraria ! Non parlo, si capisce, del
valore poetico e della grandezza del mio caro poeta, parlo di quel
godimento sottile che si prova leggendo autori totalmente pessimisti
o sventurati , di cui pensiamo essere fratelli.
Altra
cosa è avere, qui ed ora, centinaia di morti al giorno; pensare a
chi viene portato via in ambulanza per poi morire solo e, non so se
cosciente, disperato; vedere con sgomento la lunga processione di
carri recanti i morti fuori città. Davvero solo il Manzoni ha
saputo nei Promessi Sposi farci sentire l'”attualità” di questi
eventi.
Allora
quale il senso di cui sopra, quando un'entità minima, invisibile,
può tenere in pugno l'umanità e anche distruggerla, con tutto ciò
che essa ha costruito? Le risposte possibili sono due:
la
vita non ha senso e noi siamo meno di niente. Oppure: il senso della
vita è appeso sulla Croce.
Tertium
non datur.
Per
concludere questa mia breve e personale riflessione, l'attuale
pandemia ci obbliga a una scelta. Comunque dolorosa, perché non
dimenticheremo la bambina vietcong, il piccolo riverso sulla
spiaggia, il silenzioso procedere dei carri nella notte.
Giovanna de Luca
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