Letteratura
mercoledì 17 luglio 2013
PASSAGGIO
Conducimi sul lago
nell'ora del tramonto
quando l'incendio
esplode
dietro i monti
e lenta intorno la
natura scende
nell'umido silenzio
della sera.
Conducimi alla riva
se le tenebre odorano
di acqua
e il cigno piu' non
volge
il suo collo sinuoso
Conducimi sul lago
nell'ora scura
quando il giorno
passato
è soltanto
un rimpianto di luce.
© Giovanna de Luca
Emily Dickinson - Solitudine
Ha
una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
IL
VENTO E LA LUNA
I
rami di betulla
che
il vortice ribatte
svelano
tra le foglie
la
falce della luna
E'
questa notte strana,
fatta
d'ansia e di vento
che
tempesta le ore
in
un'ambigua attesa
E'
senza nome il buio
senza
stelle la notte
questo
vento soltanto
che
ulula nei vetri
E
tu, falce di luna,
che
da lassu' mi guardi
come
lama affilata
dentro
il cuore ti affondi
© Giovanna de Luca
TRILOGIA PER
VENEZIA
I
Riva degli
Schiavoni
su questa pietra
rosa
inseguo
il gabbiano
cauto sull'acqua
lo vedo
rialzarsi sottile
contro un sipario
di estenuato
corallo
mentre porta
nel volo
l'arresa
malinconia
che il vecchio
marinaio
fischietta
e posa
su questa pietra
rosa
dov'è perfino
dolce
ogni strazio
II
Non squarciare
il sipario dei
campielli:
lascia che
camminiamo
su questo
palcoscenico
di grazia
e inseguiamo
nel gatto notturno
fantasmi
inoffensivi.
Piu' tardi
comunque
vedranno i nostri
occhi
il cupo
dei canali
III
Al ponte
-posata la
stanchezza-
case di madreperla
dalle bifore
affacciano gerani:
tra sciami di
turisti
maschere care
non c'è piu'
spazio
per recitare
la vita
© Giovanna de
Luca
.
martedì 16 luglio 2013
RICHIESTA
Non
rispondere al mio canto
se ti
chiamo
quando
le acacie
infiorano
le strade
o
l'ape ronza intorno
alle
corolle
nella
calura estiva
E non
farlo nemmeno
se ti
invoco
quando
il cielo in tempesta
si
scatena
e la
grandine crepita
sui
tetti
Non
parlarmi, ti prego,
nel
tepore del piu' dolce
settembre,
se mi
attardo al tramonto
a
raccogliere il sole
E
infine non ti giunga
il
mio lamento
nelle
lunghe nottate
dell'inverno,
quando
il cuore
raggela
Ma
lasciami,
o mia
piccola Musa, mendicare
il
tuo sguardo-
e
pietosa alfine tu lo volga
quando
piu' non ti giunga
la
mia voce
© Giovanna de Luca
Disegno
di Gioia Gentile
RICERCA
Si frange
l'immagine
nel pozzo
dove schizzante il
tuffo
di una pietra
i profili del mio
viso
disperde.
In concentriche
acque
-cerchio nel
cerchio-
della mia vita
cerco
le diverse
stagioni:
e di nessuna traggo
memoria
che sia compiuta
prima che altro
cerchio
incomba.
Cosi' confusa
immagine mi resta
-e sfuggente-
fino a quando
lente
si ricompongono
le acque e
riflettono
-alto-
soltanto il cielo
azzurro
©
Giovanna de Luca
ALLA MIA VALLE
Ancora e sempre
tu, mia valle,
fulgida nel
mattino
luogo dove
compongo
i contrastanti
pensieri,
ancora mi sei
apparsa stasera
lenta nel tuo
tramonto-
più rade le
automobili annunciavano
il prossimo
silenzio.
Ancora e sempre
tu, mentre
le poche rondini
da un cornicione
all'altro
cinguettando
inneggiavano al
giorno
ormai caduto.
Era il momento-
immobile-
del magico
passaggio
tra luce e buio-
era l'attesa
mentre la brezza
mi accarezzava il
viso
© Giovanna de Luca
CAMMINANDO
Tu non guardare
in alto: un lucore di
sole
si spande
dietro nuvole dense.
No, non guardare
in alto: tieni chino
il tuo capo-
e cammina.
Cerca a filo di
strada
il ciuffo d'erba,
la povera gialla
corolla
tra marciapiede ed
asfalto
e vedi di foglia in
foglia
il disperato sforzo
contro il cemento.
Guarda tenera l'erba
soffocata
da dura pietra-
e non guardare
in alto.
-passo su passo-
come fosse un fiore
tra le rotaie
ABITUDINE
Troppo conosce il
fusto
di ogni foglia
l'attacco gli è noto
non lo stupisce il
vivido
ritorno
dell'estate
né dell'inverno
il nudo
sui suoi rami,
non lo turba il
vento
quando la pioggia
sferza
né lo commuove il
pallore dell'alba.
Così le cose note
vivono i nostri
giorni
fino a
quando,improvviso,
in esse esplode
il rosso di un
geranio
BALLATA MINIMA PER
UN QUARTIERE
(1981)
Tra quelle case
-che costruirai-
tu mettici un
piccolo
giardino:
per me lo
metterai.
Lascia la ghiaia
stridula e sottile
e la fontana
ai giochi dei
bambini:
per me le
lascerai.
Tra quelle case
-che costruirai-
metti tre panche
per gli
innamorati:
per me, tu lo
farai
- Giovanna de Luca
(dedicata a un
giovane ingegnere )
BALLATA ESTIVA
Anche un balcone
di periferia
con un geranio
rosso
e il muro
scalcinato
anche un balcone
di periferia
quando sale la
luna
ha la sua
proletaria
Giulietta.
E Romeo romba al
portone
suburbano
cui si affollano
bambini
e canottiere
nella sera
d'estate.
Anche un balcone
di periferia
cui la brezza
scuote
due foglie di
geranio e canta
la telenota star
quando sale la
luna
e' il nobile
verone
pieno d'ombre e
sospiri.
Anche un balcone
di periferia
ha nelle crepe
briciole e formiche
mentre sale la
luna
ed e' il suo
raggio
una lama
nel cuore
BADIA DI GANNA
Piccolo
chiostro-ruvido
di disadorna pace-
sulle raccolte
pietre
cade il silenzio.
Solo- in alto-un
angolo di luce
ritardera' il
tramonto
fino a quando
di colonna in
colonna
nell'accampata
ombra
sguscera' la
sagoma di un saio:
allora frullera'
il volo di una
rondine
nel chiostro
AD ANTONIA
Antonia,
nel mio studio ho appeso
un
tuo ritratto.
E'
una fotografia di te
da
adolescente,
con occhi grandi
che non mi stanco mai
di
guardare.
C'e' tutto in quello
sguardo:
di
gioventu' l'inconsapevole
freschezza
e
la malinconia
di
chi tutto ha veduto-
senza saperlo.
Ci
sono i sogni
le
passioni incomprese
e
il darsi senza risparmio-
per un pugno
di
niente.
C'e' il sorriso accennato
forse di un'allegria
mai potuta mostrare.
Ma
piu',c'e' la felicita':
ne
reca il segno
ogni volto fanciullo
come di ineludibile
tensione.
Non fu per te-
non per te, la cui fine
gelida e solitaria
mi
morde dentro
quando la penso.
Pur non mi stanco
di
guardare i tuoi occhi,
Antonia,
e
di sentirti
viva-
ed
insepolta
la
tua parola
Giovanna de Luca
Antonia Pozzi,poetessa milanese sconosciuta ai piu',
nacque nel 1912 e mori' suicida nel 1938. Solo a decenni
dalla morte e nella ricorrenza del 2012 in particolare e'
stata resa giustizia alla sua poesia
AL DI LA'
(poesia suggerita
dalla canzone “Sei nell'anima”di Gianna Nannini)
Se da lontano vedi
il mio sorriso
ricorda
che di certo
esiste
un luogo
dove viene
spezzato
ogni dolore
dove svanisce
ogni conflitto o
desiderio:
è al di la' del
mio corpo
del tuo corpo-
al di la' delle
lacrime
versate
al di la' dei
sorrisi
di ogni carezza
o grido.
Se da lontano
pensi il mio
sorriso
la' tu
sei gia' arrivato
© Giovanna de
Luca
ALBE E TRAMONTI
Albe e tramonti
sulle mie colline
sono passati-e
passeranno.
Altri occhi hanno
visto-e vedranno-
delle stagioni i
colori mutati
l'infoltirsi del
verde ad ogni estate
le luci da
presepio ad ogni inverno.
E voi non siete
mie-come vorrei-
bensi' altro da
me:
cosi' è diverso
il ramo
dall'acqua che lo
porta,
galleggiante sul
mare,
fino alla riva
© Giovanna de Luca
AL NOSTRO TEMPO
E tu, Bellezza,
di cui tanto
amammo
la splendente
armonia,
che ci fosti del
cuore
e rifugio e
speranza,
perchè il mondo
hai lasciato?
Orfani siamo, e
solo
contempliamo
desolato
il tuo pianto
© Giovanna de Luca
A UN CANE IN UNA
SERA D'INVERNO
Cane lupo, alto il
muso affilato
conduci nel solco
profondo di neve
la bruna snellezza
del corpo.
Cade intorno il
silenzio:
i cancelli
sepolti,le lampade fioche
tacitano
l'insultante gracidare dell'uomo.
Tu,padrone del
regno,
di calmo incedere
segni lo spazio
e ogni poco
riannusi la neve.
Di magica fermezza
si e' fatto il
tempo:
oltre l'angolo
vuoto
precipita un sogno
di millenaria
liberta'
(c)Giovanna de Luca00