se potessi chiamarti"amore mio"
vorrebbe dire che  altro destino
fu deciso per me lassù
nel cielo

Giovanna de luca <giovanna.deluca.va@gmail.com>	23:00 (0 minuti fa)
a Paolo

Ancora Ferragosto, cme ancora Natale e

Pasqua e carnevale...

le autostrade intasate, le pance troppo piene,e

le parole uguali...il caldo ,il freddo, ma dov'è

primavera, ricordati la crema...

burattini, noi siamo,meccanici strumenti.

l'abitudine è il rigido protrarsi di una vita

cui manca il colpo d'ala, l'attacco di follia

che butti tutto via, sia il grido ed il respiro

soffocato che esplode

MARE

Ai bordi pietrosi dell'acqua,

in un luogo di mare.

Dinanzi, la cara figura immersa alle caviglie

nel gioco bambino di spruzzi.

C'è un grande silenzio. È l'ora del giorno

in cui tutto prende riposo: il cielo velato,

le automobili ferme, il giovane

poco distante insegue le spire

della sua sigaretta.

E io?

Io ti guardo, mare,mare

tranquillo di lieve sciacquio.

Sembri fatto,così a me vicino,

di brevi conche che riflettano il cielo.

Tu sei un'infinita sequenza di palmi

che vani raccolgo nei miei, a

scrutare il mio volto riflesso.

Esso cambia a ogni moto,

è luce e penombra, è limpido e oscuro.

Ma l'attimo passa e mi scivoli via tra le dita.

Ti riprendo e mi sfuggi, mi ritrovo e mi perdo.

Chi sono?

Il lento cullarsi del mare è apparenza, è sostanza?

Acqua, acqua, acqua soltanto

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