sabato 31 ottobre 2020

 

ALLA LUNA


Quando ritorni, così piena, luna,

ìo vengo alla finestra e nella luce

cerco nuove parole.


E non mi bastano le immense

dei Poeti che innamorasti

e li rendesti ricchi di gloria,

tu testimone nei secoli di guerre

e amori, di eroismi e infamie e

ancora né per quanto lo sarai

possiamo dire.

Né più sopporto lamentosi

accenti di romantiche voci,

se piede umano ormai ti ha

calpestato e così infranse il

mito che ti voleva vergine

in eterno.


Cerco nuove parole in una

notte dove solo una sirena

rompe il silenzio, e voglio

ti sia preghiera su quel volto

meraviglioso, freddo e lontano.


In me stessa le cerco: donami luna

il modo di capire quale senso

nasconda l'indifferenza tua,

tu che conosci quale fu il principio,

quale sarà la fine.

© GdL



domenica 18 ottobre 2020

 

MANO


Ripenso la tua mano

in abbandono

sul tavolo appoggiata.

Mano nobile e forte,

dalle linee virili eppur gentili.

Mano incapace di gesti

violenti, mano di tenerezza

e sostegno, capace di parola,

mano che sapeva carezzare

un bimbo – e le mie labbra

dischiuse nel sorriso.

sabato 17 ottobre 2020

 

SOLE D' AUTUNNO




E sono la lucertola sul muro

del balcone, che immobile par morta,

mentre assapora gli avvolgenti raggi

del terso pomeriggio dell'ottobre.

Calore lento al sonno mi conduce

sgombra d'ogni amarezza e sentimento,

vuota forma riempita dalla luce.

mercoledì 14 ottobre 2020

 "Caldarroste, gente, caldarroste!"... L'uomo gridava sulla piazza. E giovani, adulti, bambini incontravi per strada, sacchetti gialli in mano, e il soffio sulle dita.

Anche quella era vita.
"Verrà l'inverno", mi dicevi. "Di questo momento non avremo memoria".
"Ci sarà tanta neve quest'anno?" E la domanda vagava su di noi
come un soffio. "Forse sì", "O forse no".
Ci sembravano gli anni tutti uguali, solo un po' più sdrucita la tua vecchia poltrona. Il tempo sopra di noi, come un soffio.
Anche quella era vita.
(c) GdL

 


QUATTORDICI OTTOBRE DUEMILAVENTI


Scorre il pomeriggio.

Dietro la magnolia di fronte

il cielo si è fatto grigio.

E la betulla è gialla.

Viene dalla finestra

un'onda di silenzio.

L'abete ha i rami stanchi.

E sono qui, al solito computer.

E penso se ne vale, se ne vale

la pena.

Ad uno ad uno ripenso i volti

amici. A questo istinto umano

a prenderci per mano

(ma è vietato, adesso),

allo strappo dolente che

talvolta infrange la catena,

in questi mesi balla la morte

la sua macabra danza.

Ma altri strappi risuonano

alla mente, di parole, o silenzi.

Non per amore, certo,

non per amore ribrillerà domani

quel ramo verde.

La legge di natura(quella

di Leopardi?) domina il nostro

andare.

Non so nemmeno, adesso,

se vorrei essere felice.

(c)GdL


lunedì 5 ottobre 2020

 Ancora alla finestra si guardava

la pioggia.”Non finisce,”e c'era nelle
nostre parole l'ansia di quel silenzio
che invadeva la stanza, di quel saluto
che non osavamo, come si attende
un treno che non si vuole arrivi.
“Vedi? Non piove più, adesso puoi
andare”. “Ma gocciola un pochino...”
E ogni goccia scendeva dentro il cuore
come il bisturi scende nella carne.
Paolo Santarone e altri 3