venerdì 20 giugno 2025

 

Pochezza


Dove ti appenderò, malinconia?

Alle ore del giorno, una alla volta

incalzanti nella canicola,

o a quella vecchia immagine che trovo

sgualcita tra le fotografie?

Quando potrò guardarti bene in faccia,

a ricordarmi quanto poco di me

rimanga o si sollevi dall’esistere?

La nuvola si appende ad una stella,

vibra della sua luce, è la sua ancella.

Tra le tante nel cielo una ne sceglie,

né le importa quanto sia luminosa.

Così vorrei vederti in uno specchio,

malinconia, a ricordarmi che

anche senza stelle

un cielo è un cielo.




 

Ventun giugno duemilaventicinque


Ma l’alba riottosa

che fa ombra sul muro,

che mi trova incapace

di distinguere il vero,

che nutrita dei sogni

non si adatta al reale,


quest’alba al crinale

dei miei anni nel tempo,

cosa chiede ai miei giorni

di adesso, quando in essa

si insinua la potenza del

dubbio sulle ore future?

Ora è il giorno più lungo

che canta tra i rami,

la parete schiarisce, si fa netto

l’abete e il silenzio è la voce

più viva.

GdL